Economia

Le auto elettriche sono un fallimento totale, nessuno le sta comprando: cosa succederà nel 2025

Il 2024 è uno degli anni più bui per le auto elettriche, nessuno vuole più puntare su questi veicoli. Ecco quali saranno le conseguenze.

Il cambiamento climatico sta purtroppo rivoluzionando il nostro stile di vita e le scelte energetiche di tutti i paesi del mondo, in particolar modo nel settore della mobilità. L’Unione Europea, per rallentare l’espansione dei pericolosi gas serra, vorrebbe infatti fermare la produzione di veicoli a motore termico nel 2035.

I nuovi dati preoccupanti sulle auto elettriche – trevisolavora.it

Questa scelta drastica e coraggiosa spalancherebbe le porte ai veicoli a zero emissioni, i quali avrebbero finalmente l’occasione di conquistare i cuori degli automobilisti. Tuttavia, non sarà facile raggiungere un risultato del genere entro una decina di anni, poiché gli ultimi dati inerenti al mercato delle auto elettriche hanno rilevato una preoccupante flessione. Cosa accadrà allora il prossimo anno?

Il futuro delle auto elettriche dopo il flop del 2024

Quale sarà il futuro delle auto elettriche? Questa è una delle domande che aleggia nella mente di milioni di automobilisti. In realtà, non è facile dare una risposta certa, poiché tutto dipenderà dagli eventuali miglioramenti tecnologici e, soprattutto, dai prezzi.

Ecco cosa accadrà nel 2025 al settore delle auto elettriche – trevisolavora.it

Come sappiamo, questa particolare tipologia di automobile ha ancora tantissimi problemi non risolti, che rallentano la sua espansione su tutto il pianeta. La maggior parte degli automobilisti chiede infatti un minor tempo di ricarica della batteria, un’autonomia più lunga e dei prezzi decisamente più bassi. Basti pensare che un’auto a zero emissioni economica costa mediamente 30.000 euro; se volete invece indirizzarvi sulla fascia media dovete purtroppo sborsare fino a 60.000 euro.

Per questo motivo, a luglio 2024 abbiamo riscontrato una diminuzione del 10,8% delle immatricolazioni di auto elettriche, rispetto all’anno precedente. E non solo: la quota di mercato è passata dal 13,5% al 12,1%. Ciò che preoccupa maggiormente è soprattutto il calo rilevato in Germania (-36,8%), nonostante il mercato tedesco sia uno dei motori principali dell’economia europea. Anche le vendite delle automobili ibride plug-in e a benzina sono diminuite rispettivamente del 14,1% e del 7%.

I dati del mese di luglio hanno però rilevato una crescita dei veicoli mild e full hybrid, le cui immatricolazioni sono aumentate del 25,7%. Come cambierà allora il futuro delle auto elettriche dopo questo inaspettato calo? Innanzitutto, dobbiamo ricordare un altro dato negativo: la maggior parte delle case automobilistiche, a causa della flessione delle vendite, non riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati sulla riduzione della CO2. Fino a qualche anno fa, tutti erano infatti sicuri di poter ridurre l’inquinamento generato dalle automobili termiche, grazie all’espansione dei veicoli a zero emissioni.

Oggi, però, tutto è improvvisamente cambiato: gli automobilisti hanno deciso di puntare soprattutto sulle auto ibride, lasciando così indietro quelle elettriche. Secondo l’ultimo report di Dataforce, il prossimo anno le nuove vetture (termiche e ibride) continueranno quindi a rilasciare una grande quantità di CO2. Per la precisione, dovrebbero superare la quota massima fissata dall’Unione Europea, che è di 93,6 grammi per chilometro (g/km).

Questo comporterebbe inoltre una multa di 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso. La soluzione al problema sarebbe ovviamente quella di aumentare le vendite di auto elettriche, ma gli automobilisti hanno dimostrato di non volerle acquistare. Alcune case vorrebbero quindi creare dei pool di emissioni con gruppi più efficienti e, al contempo, chiedere all’Unione Europea un adeguamento delle normative al mercato.

Fabio Meneghella

Sono laureato all'Accademia di Belle Arti di Bari (sez. Scenografia). Negli ultimi anni ho partecipato a varie esibizioni artistiche e ho collaborato per diverse gallerie d'arte. Alcune mie opere si trovano attualmente in collezioni private in molti paesi del mondo. Oggi lavoro come redattore per diverse testate giornalistiche sul panorama nazionale.

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