Un’opera d’arte che è anche una tomba: il capolavoro assurdo di Treviso

Un’opera suggestiva, affascinante non solo sotto il profilo architettonico: questa tomba è una vera e propria opera d’arte.

Una delle opere più straordinarie dell’architettura contemporanea italiana. Nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento per architetti e appassionati di arte da tutto il mondo. L’opera è stata riconosciuta come un esempio supremo di come l’architettura possa trascendere la funzione pratica e diventare un mezzo per esprimere emozioni e concetti profondi. Scopriamo insieme questo vero e proprio tesoro.

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Una delle opere architettoniche più influenti della modernità – (Foto Screenshot YouTube @Faichannel) – Trevisolavora.it

Il complesso, che si estende su circa 2.200 metri quadrati, è composto da diverse strutture, tra cui la tomba di famiglia, una cappella, un padiglione per la meditazione e un suggestivo giardino acquatico. Ogni elemento è stato progettato con una precisione quasi ossessiva: nulla è lasciato al caso.

Non è solo un luogo di sepoltura, ma un vero e proprio spazio di contemplazione. Il silenzio che avvolge il complesso, interrotto solo dal suono dell’acqua che scorre, invita i visitatori a riflettere sulla vita e sulla morte, e a trovare una forma di pace interiore. La progettazione degli spazi invita a percorrere il sito lentamente, in un viaggio che diventa anche spirituale.

Il capolavoro di Treviso che vi lascerà a bocca aperta

Parliamo del Memoriale Brion, situato a San Vito di Altivole in provincia di Treviso. Progettato dall’architetto Carlo Scarpa, il complesso funebre è considerato un capolavoro per la sua combinazione di design innovativo, simbolismo profondo e una rara capacità di trasformare un luogo di morte in uno spazio di contemplazione e bellezza.

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Quel capolavoro che è il Memoriale Brion si torva in provincia di Treviso – (Foto Screenshot YouTube @Faichannel) – Trevisolavora.it

Il Memoriale Brion è stato commissionato dalla vedova di Giuseppe Brion, fondatore dell’azienda di elettronica Brionvega, per onorare la memoria del marito deceduto nel 1968. Carlo Scarpa, già affermato per il suo stile unico e la sua attenzione ai dettagli, accettò l’incarico con l’intento di creare non solo un luogo di sepoltura, ma un’opera d’arte completa.

I lavori iniziarono nel 1969 e durarono fino al 1978, anno della morte di Scarpa stesso che volle essere sepolto nel complesso accanto alla famiglia Brion. Successivamente donato al Fondo Ambiente Italiano, uno degli aspetti più affascinanti del Memoriale Brion è l’uso simbolico dell’acqua e della geometria. L’acqua, presente sotto forma di un canale e di un laghetto, simboleggia il passaggio dalla vita alla morte, mentre le forme geometriche, come i cerchi e le linee rette, rappresentano l’infinito e l’eternità.

L’ingresso al memoriale, segnato da un grande arco, è concepito come una sorta di portale tra il mondo terreno e quello spirituale. Scarpa ha scelto con grande cura i materiali utilizzati, privilegiando il cemento, il vetro, il bronzo e il legno, combinandoli in modo tale da creare un’atmosfera che oscilla tra il moderno e l’eterno. I dettagli sono altrettanto significativi: dalle decorazioni in mosaico che ornano le pareti alle iscrizioni minimali, ogni elemento contribuisce a costruire un dialogo silenzioso tra architettura, natura e spiritualità.

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