È un errore da non sottovalutare. Ecco la parola che, se usata nella causale, potrebbe farti bloccare il conto corrente.
Grazie all’innovazione tecnologia e al miglioramento delle comunicazioni tra i dispositivi digitali, le modalità di pagamento moderne sono sempre più efficaci e veloci. Tuttavia, anche in questi casi, non è impossibile dover avere a che fare con problemi – spesso burocratici – che possono far fallire il nostro tentativo di effettuare trasferimenti di denaro.
Se usi questa parola nella causale dei bonifici, infatti, potrebbero bloccarti il conto corrente. Vediamo di che cosa si tratta e perché è importante fare attenzione.
La causale di un bonifico è un dato particolarmente importante, da inserire tutte le volte che ci si interfaccia con questo tipo di pagamento. Si tratta, infatti, di una sorta di nota che specifica il motivo del movimento bancario, esplicitando per cosa si stanno versando dei soldi. Tuttavia, utilizzare una parola sbagliata nel campo dedicato a questo spazio può essere un grave errore. È quello che è successo ad un cittadino finlandese, il quale si è visto bloccare il suo conto corrente.
Il risparmiatore aveva assistito ad un seminario sulle attività culturali, riassumibile in finlandese con l’acronimo “HAMA”. Nel suo bonifico, di circa 600 euro, l’uomo ha indicato sulla causale la parola “hama-seminaari“, che significa “seminario hama”. Tuttavia, l’errore si è verificato proprio nell’utilizzo della “S” che, così vicino all’acronimo “hama”, ha fatto scattare un controllo ulteriore da parte della banca.
Il timore, infatti, era che si trattasse di fondi indirizzati ad Hamas, organizzazione terroristica responsabile di numerosi attacchi e stragi di civili ai danni dei cittadini israeliani. Questo ha, quindi, provocato un temporaneo blocco del conto corrente per timore di fondi illeciti nei confronti di organizzazioni terroristiche. Fortunatamente l’uomo si è reso conto che il suo conto corrente era stato bloccato e ha quindi contattato sia il suo datore di lavoro che la banca.
Purtroppo, il risparmiatore ha dovuto aspettare quasi un mese prima di poter riavere il suo conto corrente sbloccato, contattato finalmente dalla banca che gli ha chiesto spiegazioni per quanto riguardava la parola sospetta. Solo l’intervento del suo datore di lavoro gli ha permesso di accelerare la questione burocratica e chiarire immediatamente la sua posizione. Tuttavia, la banca per scusarsi dell’inconveniente gli ha concesso un’indennità di 100 euro versati direttamente sul suo conto corrente, finalmente sbloccato.
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