Tra le tante leggende che spiccano sul territorio di Treviso, una delle più spaventose e affascinanti è quella del Cavallo Fiammeggiante.
Treviso è una città immersa in storie e leggende affascinanti, radicate nella sua lunga storia e nel folklore locale. Una delle narrazioni più antiche riguarda l’origine mitica della città, che secondo varie tradizioni potrebbe essere stata fondata dai Taurisci, una tribù che venerava il dio Api, o da Dardano, figura mitologica legata ai Troiani.
Tra le storie più celebri, emerge quella di Orlando, il leggendario paladino, che avrebbe liberato Treviso dall’occupazione longobarda. Si narra che, dopo aver sconfitto i nemici, Orlando abbia lasciato un’impronta indelebile nella storia della città. La sua figura, sospesa tra mito e realtà, ha alimentato l’immaginario collettivo, rendendolo un personaggio simbolico del territorio.
Un altro racconto suggestivo riguarda il Botteniga, una risorgiva famosa nei dintorni di Treviso. Si narra che un cavaliere longobardo ferito trovò guarigione proprio grazie alle acque di questa fonte. La storia ha dato origine a credenze legate alle proprietà curative delle acque locali, che ancora oggi attraggono curiosi e appassionati di storie misteriose.
La leggenda del Cavallo fiammeggiante di Treviso
Treviso, attraverso queste leggende, offre uno spaccato della sua identità più profonda, dove il passato si intreccia con il fantastico e l’immaginazione popolare. Questi racconti non solo arricchiscono il patrimonio culturale della città, ma contribuiscono a mantenere vive tradizioni e credenze che, seppur antiche, continuano a influenzare il modo in cui la comunità vede e interpreta il proprio territorio.
Un’altra leggenda molto conosciuta è quella legata al Sile, il fiume che attraversa la città. Secondo la tradizione, nelle paludi che un tempo circondavano il corso d’acqua appariva un cavallo fiammeggiante, creatura sovrannaturale che terrorizzava gli abitanti della zona. Questo spirito errante rappresentava un pericolo per chi si avventurava di notte nei dintorni del fiume, rendendo il Sile un luogo mistico e temuto.
Le paludi attorno a Treviso sono note per la loro atmosfera cupa e misteriosa, che ha alimentato diverse leggende locali. La voce si diffuse velocemente nelle osterie della città, giungendo alle orecchie di Coccolo, un uomo noto per il suo coraggio. Inizialmente scettico, Coccolo decise di sfidare la leggenda, ma tornò spaventato e deciso a non avvicinarsi più a quelle zone. Una spiegazione scientifica suggerisce che il fenomeno dei “fuochi fatui” sia all’origine del mito. Nelle paludi, infatti, la combustione di materiale organico produce bagliori che, all’epoca, venivano interpretati come manifestazioni soprannaturali.
Questa leggenda, come molte altre, riflette la combinazione di superstizione e natura incontaminata che caratterizza il folklore trevigiano, trasformando un fenomeno naturale in un racconto intriso di mistero. Le storie come quella di Coccolo e della testa fiammeggiante rappresentano un modo in cui le antiche comunità spiegavano eventi inspiegabili, creando miti che si sono tramandati fino ai giorni nostri, alimentando l’immaginario popolare.