Rudy Zerbi, ormai storico volto del talent, esprime sempre giudizi lucidissimi sulla musica italiana: la denuncia arriva prima di Amici.
Sarebbe assolutamente inutile negarlo, negli ultimi due decenni gran parte della musica pop d’Italia è nata ad Amici. Dal fortunatissimo talent show creato da Maria De Filippi sono usciti infatti nomi di primo piano della musica pop italiana: Irama, Emma Marrone, Alessandra Amoroso ed Elodie solo per citarne alcuni.
È facile quindi intuire che Rudy Zerbi si spenda con tutte le sue forze a difesa di questo genere musicale che, purtroppo, in Italia non sembra ottenere il riconoscimento che merita. In realtà negli ultimi anni, anche grazie al travolgente successo delle edizioni di Sanremo curate da Amadeus, la musica pop italiana sta conoscendo un nuovo rinascimento.
Per Zerbi però non è ancora abbastanza e le sue critiche al sistema discografico italiano sono state violentissime. Arrivano a seguito di un grande evento che ha coinvolto migliaia di persone e un gruppo che può essere considerato una gemma nella storia della musica italiana: i Ricchi e Poveri.
Rudi Zerbi prima di Amici: “Musica di serie B”
La riflessione – amarissima – arriva dopo lo straordinario successo di pubblico del concerto dei Ricchi e Poveri a Cattolica, in provincia di Rimini. L’evento, che ha fatto confluire migliaia di persone a riempire l’Arena della Regina, si inserisce nel summer tour che Angelo e Angela hanno intrapreso dopo lo straordinario successo di Sanremo 2024. Il Festival ha infatti sancito il ritorno in grande stile dei Ricchi e Poveri sul palcoscenico dell’Ariston, ma anche nelle radio di tutta Italia.
Il duo ha infatti dimostrato di sapersi reinventare e di riuscire a strizzare l’occhio al dance pop portando a Sanremo un pezzo che non avrebbe assolutamente sfigurato all’Eurovision. Sull’onda di Ma Non Tutta La Vita, i Ricchi e Poveri stanno costruendo una nuova gioventù musicale che li ha meritatamente portati a riempire nuovamente i palazzetti. Per Zerbi, però, è la dimostrazione che l’industria musicale italiana non funziona.
“Quasi due ore di canzoni che tutti sapevamo a memoria, alcune delle quali hanno fatto la storia della musica pop italiana in tutto il mondo“, ha scritto in un’accorata Instagram Stories. Il profi di Amici, infatti, ha voluto parlare della paradossale situazione nostrana rispetto a una musica ritenuta mai del tutto all’altezza. “In qualsiasi parte del pianeta una carriera di questa portata viene celebrata e premiata sia dal pubblico che dalla critica, e anche da chi lavora alla cultura […].
“Da noi accade troppo poco: in Italia la musica pop viene vista spesso come di serie B, come se non fosse cultura, come non valesse niente. I soldi che portano alle casse dello stato e delle imprese che fanno lavorare, quelli vanno bene, quelli vengono accettati“, ha concluso amaramente. Non si tratta dello spirito migliore per cominciare una nuova edizione di Amici e per andare alla ricerca dei futuri talenti musicali italiani. Forse però è una consapevolezza necessaria in Italia.