Treviso è una splendida città del Veneto. Ma è proprio lì che c’è una castello che racchiude una drammatica leggenda.
Treviso, capoluogo di provincia, è il quinto comune della regione per la sua popolazione. Viene chiamata la città dei portici e fin dall’antichità è stata un vivace centro commerciale. Ma di quale castello si parla e qual è la sua tragica storia?
Secondo alcuni Treviso deve il suo nome a Taurisium, l’appellativo dato al suo fondatore Osiride, venerato dopo la sua morte mentre era sotto l’aspetto di un toro. Si narra anche che derivi da una figura femminile con tre visi, svettante su una delle torri costruite da Antenore per proteggere la città. Tante sono le leggende disseminate sul territorio, ma ecco come mai uno dei suoi castelli colpisce al cuore i suoi visitatori.
Treviso, insieme a Torino, Lione e Praga viene ritenuta una “città magica” fin dalla seconda metà del XIII secolo. A nascondere misteri è il castello di Collalto che si trova sulle Colline di Susegana, a Pieve di Soglio.
Dei passati splendori restano solo un enorme mastio, qualche mura e la porta d’accesso al borgo medioevale. Questo affascinante feudo è stato proprietà dei Collalto dal 1300. Oggi è ancora noto per l’infelice storia di Bianca, una bellissima ancella di Chiara da Camino, una nobildonna che il conte Tolberto di Collalto sposò per mettere fine alla lotta tra la sua famiglia e i Caminesi di Ceneda. Mentre Chiara non era avvenente ma molto gelosa, la sua giovane ancella risplendeva con la sua bellezza e il signore del castello se ne innamorò.
Quando un giorno Tolberto venne chiamato per andare in guerra salutò la moglie prima di andarsene. In quel momento Bianca le stava pettinando i capelli. La castellana notò nel riflesso dello specchio i loro sguardi innamorati e colse una lacrima dell’ancella e il dolce sorriso rivoltole da suo marito. Così, per vendicarsi, murò viva Bianca chiudendola in una torre. La ragazza morì per gli stenti, mentre Tolberto non tornò mai dalle Crociate. Da quel momento il fantasma della povera ancella ricompare davanti ai membri della famiglia col velo bianco per comunicare una bella notizia, con uno nero per rivelare sciagure.
Ciò che rimane del castello, per gran parte distrutto durante la Prima Guerra Mondiale, è visitabile gratuitamente con una guida. Per informazioni occorre consultare il sito del comune di Susegana. Un buon brivido non si nega a nessuno.
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