L’Italia è all’avanguardia in Europa per l’economia circolare: cos’è e perché è importante metterla in pratica?
Fino a poche decine di anni fa l’economia del nostro Paese, così come l’economia della maggior parte dei Paesi del mondo, si definiva economia lineare. Si trattava cioè di un processo che partiva dall’estrazione delle materie prime da siti naturali (foreste, cave di pietra eccetera), proseguiva attraverso la loro trasformazione in prodotti e terminava con l’utilizzo e infine l’eliminazione dei prodotti arrivati a fine vita che non potevano più essere usati.
La criticità di questo sistema si basa essenzialmente sull’estrazione continua di materie prime da un sistema finito, cioè dal pianeta Terra che non contiene le risorse naturali sufficienti a sostenere per sempre questo tipo di economia. Inoltre l’economia lineare ha un impatto disastroso sull’ambiente poiché produce un’ingente quantità di rifiuti, quindi un livello di inquinamento estremamente dannoso per tutti gli ecosistemi.
Come l’umanità ha imparato a proprie spese, da un ambiente inquinato derivano anche conseguenze negative sulla salute delle popolazioni umane e animali, si tratta pertanto di una situazione insostenibile sul lungo periodo. Ma è proprio qui che entra in gioco l’economia circolare.
All’approccio lineare – che appare ormai sempre più insostenibile – da diversi anni si è cominciato a sostituire l’approccio circolare all’economia. Si tratta di un processo produttivo simile a quello dell’economia lineare, ma con una profonda differenza. Rispetto all’economia lineare, l’economia circolare mette in atto pratiche e strategie mirate a riutilizzare i rifiuti creati dal processo produttivo per realizzare nuovi prodotti o per produrre energia.
Parallelamente, mira a limitare il più possibile la produzione di rifiuti promuovendo comportamenti responsabili e sostenibili dall’ambiente, come ad esempio l’utilizzo di borracce in metallo invece che l’acquisto di bottigliette d’acqua in plastica. Incredibilmente l’Italia è al secondo posto in Europa per l’attuazione dell’economia circolare, dietro soltanto ai cugini francesi. A oggi, infatti, un quinto di ciò che l’Italia produce proviene direttamente dal riciclo dei rifiuti.
È stato possibile raggiungere questo risultato solo attraverso una capillare educazione al riciclo: secondo le stime infatti l’Italia è al primo posto in Europa per il riciclo dei rifiuti. Solo per citare qualche dato, in Italia il riciclo degli imballaggi dei prodotti nel 2021 era del 71,7%, mentre la media UE si fermava al 64%. Il riciclo dei rifiuti RAEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche) arriva in Italia all’87,1% dei rifiuti, mentre nel resto d’Europa è di sei punti più basso.
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